Definizione:
l’intervento di riparazione dell’ipospadia consiste nella ricostruzione dell’uretra sino all’apice del pene e nella correzione dell’eventuale curvatura peniena associata.
Esistono diversi tipi di ipospadia in base alla severità del difetto (distanza del meato ipospadico dall’apice del pene) per cui vi sono differenti interventi chirurgici correttivi: più il meato ipospadico è lontano dall’apice del pene, più severa sarà l’ipospadia e più lunga e complessa sarà la ricostruzione uretrale da effettuare. Esistono diverse tecniche chirurgiche che sostanzialmente si raggruppano in riparazioni in tempo unico o in due tempi, con o senza l’impiego di innesti o lembi prepuziali. In alcuni casi viene eseguita la circoncisione.
L’intervento dura tra 1 e 3 ore circa, a seconda della tecnica impiegata.
Preparazione:
è prevista la profilassi antibiotica.
Tipo e durata del ricovero:
l’intervento viene eseguito in anestesia generale. Durante l’intervento viene applicato un catetere vescicale lasciato in sede per un periodo variabile di tempo (3-15 giorni) dipendente dal tipo di intervento e dalla lunghezza della ricostruzione uretrale.
La degenza ospedaliera è minima (1-2 giorni) allo scopo di ridurre nel bambino il trauma psicologico: questo porta ad una maggiore responsabilizzazione del genitore impegnato nell’assistenza post-operatoria.
Complicanze:
la chirurgia dell’ipospadia presenta complicanze a breve termine che la maggior parte delle volte si risolvono spontaneamente: infezione della ferita con pus e febbre, ematoma-deiscenza-necrosi della ferita.
Le complicanze a lungo termine si verificano in circa il 30% dei casi (stenosi del neomeato e della neouretra, fistole uretrali, calcoli e peli nella neouretra, diverticoli uretrali, cicatrici peniene, curvatura peniena residua, ecc.) e vengono affrontate chirurgicamente non prima di 6 mesi dal primo intervento.
Attenzioni da porre dopo la dimissione:
nei pazienti sotto i 2 anni il catetere solitamente viene fissato esternamente al glande con un punto e lasciato “aperto” con un gocciolamento continuo direttamente nel pannolino. Nei pazienti più grandi il catetere può essere collegato ad un sacchetto raccoglitore. In caso di interruzione del flusso di urina vanno escluse angolature del catetere ed eventualmente verificata la sua pervietà tramite un lavaggio.
Il dolore post-operatorio può essere causato dagli spasmi della vescica irritata per la presenza del catetere: il bambino si lamenta, mantiene le gambe flesse e riferisce lo stimolo di “fare la pipì”. Esistono dei farmaci che possono contenere il dolore e prevenire eventuali spasmi vescicali.
La medicazione viene rimossa dopo alcuni giorni: l’edema penieno persiste per pochi giorni. Allo scopo di favorire la guarigione e di prevenire la formazione di coaguli e croste, è consigliabile l’applicazione di una pomata antibiotica a livello del neomeato per qualche giorno.
È preferibile evitare qualsiasi compressione della regione perineale e scrotale (triciclo, bicicletta, ecc.) per circa 2-3 settimane dopo l’intervento. Piccole perdite di sangue nei primi giorni post-operatori sono frequenti. È anche possibile osservare perdite di sangue e urina in concomitanza delle “spinte” durante la defecazione.
Controlli successivi:
è importante effettuare dei controlli periodici (1-6-12 mesi dall’intervento chirurgico) per verificare un normale processo di cicatrizzazione ed escludere eventuali complicanze.