1. Definizione:
L’incisione transuretrale della prostata è un intervento endoscopico (non implica l’incisione esterna della cute) il cui scopo è risolvere l’ostacolo determinato dalla prostata allo svuotamento della vescica.
2. Indicazioni:
Iperplasia prostatica benigna. La tecnica è indicata per prostate del peso < di 30 gr., senza sviluppo del lobo medio.
3. Descrizione della tecnica:
L’incisione endoscopica transuretrale della prostata consiste nel praticare per via uretrale una, o più raramente due, incisioni della prostata a tutto spessore senza asportare il tessuto iperplastico.
La procedura è generalmente eseguita in anestesia loco-regionale o generale.
4. Preparazione:
Generalmente è raccomandata la profilassi antibiotica e antitrombotica.
5. Durata della procedura:
La TUIP è l’intervento più veloce tra quelli eseguiti per il trattamento dell’iperplasia prostatica benigna: la durata media è 20 minuti.
6. Tipo e durata del ricovero:
Dopo l’intervento viene applicato un catetere vescicale, associato ad un sistema di lavaggio continuo della vescica. In assenza di complicazioni il catetere è rimosso in media dopo 1-2 giorni. In assenza di complicazioni la degenza ospedaliera media è di 1-3 giorni.
7. Risultati:
A. Sintomatologia: il miglioramento della sintomatologia è ottenuto nel 78-83% dei pazienti.
B. Risultati Obiettivi: l’incisione transuretrale della prostata ottiene risultati obiettivi (aumento della forza del getto urinario, riduzione del residuo postminzionale e riduzione dell’ostruzione) lievemente minori rispetto alla resezione della prostata.
C. Durata: le percentuali di efficacia del trattamento a lungo termine sono lievemente più basse rispetto alla resezione della prostata, ma la tecnica si dimostra valida anche a distanza dall’intervento: 14% di ritrattamenti dopo 5 anni.
8. Vantaggi:
- Intervento veloce
- Minori perdite ematiche e complicanze rispetto alla resezione della prostata.
- Tempo di cateterizzazione e degenza più breve tra tutti gli interventi chirurgici disostruttivi
- Buoni risultati soggettivi e obiettivi.
9. Svantaggi:
- Tecnica non effettuabile in caso di prostate di volume medio-elevato
- Tecnica non effettuabile in caso di sviluppo del lobo medio
- Esame istologico non effettuabile
- Percentuali più alte, anche se in misura trascurabile, di ritrattamento rispetto alla resezione della prostata
10. Effetti collaterali:
- La TUIP comporta l’eiaculazione retrograda nel 6-55% dei casi.
- Dopo la rimozione del catetere i pazienti possono presentare lievi disturbi urinari che possono persistere per 3 mesi.
11. Complicanze:
- L’emorragia con necessità di emotrasfusione si verifica nel 1,2% dei casi.
- Con questa tecnica non è mai stata segnalata l’insorgenza della Sindrome da TURP (sindrome dovuta al riassorbimento del liquido di lavaggio che comporta confusione, nausea, vomito, disturbi nervosi ed instabilità circolatoria).
- A distanza di tempo dall’intervento possono comparire le stenosi dell’uretra e le sclerosi del collo vescicale che si aggirano fra lo 0,4-2,6% e la cui risoluzione può richiedere un secondo intervento endoscopico (cervicotomia o uretrotomia o uretroplastica).
- L’incontinenza urinaria, nei suoi diversi gradi, ha una incidenza del 0,1-0,8% circa.
- Sebbene sia stata riportata la comparsa di impotenza dopo l’esecuzione della TUIP, è difficile ipotizzare che la tecnica possa essere la causa del disturbo organico.
- La probabilità di morte è stata stimata del 0,2-1,5%.
12. Attenzioni da porre dopo la dimissione:
Alla dimissione è suggerito un periodo di vita morigerata (ridotto stress fisico, scarsa attività sessuale e/o sportiva, regime alimentare moderato, terapia antisettica urinaria, ecc.) e l’astensione dalle normali attività lavorative per periodo variabile tra i 7 e 21 giorni.
È suggerito di evitare lunghi tragitti in macchina e l’uso di cicli e motocicli. Normale deve essere l’introduzione di liquidi per os.
13. Come comportarsi in caso di complicanze a domicilio:
In caso di ritenzione urinaria o di ematuria sarà opportuno contattare l’urologo.
Se persistono sintomi irritativi vescicali o insorge febbre il paziente si può rivolgere al proprio medico curante come prima istanza, sarà poi il medico a decidere sul da farsi.