Definizione:
consiste nell’introduzione in un’uretra stenotica di sonde o cateteri di calibro progressivamente più elevato. Può essere curativa (unico procedimento, che risolve in via deefinitiva la stenosi: eventualità estremamente poco frequente!) o di mantenimento (in tal caso è intermittente e viene condotta ad intervalli di tempo regolari per mantenere, appunto, il risultato ottenuto senza dover ricorrere ad altri procedimenti più “invasivi”).
Indicazioni:
un tempo rappresentava l’unica terapia per problemi di stenosi uretrali: attualmente si tende a dare soluzione definitiva al problema traumatizzando il meno possibile l’uretra che si sia mostrata poco compiacente al passaggio di un catetere 14 Ch e, posizionata una epicistostomia temporanea, programmando il trattamento definitivo.
Descrizione della tecnica:
per pazienti che non siano nelle condizioni di giovarsi di altri trattamenti o non ne desiderino altri che questo, si utilizzano dei cateteri a punta angolata (e arrotondata per evitare che penetrino nell’uretra creando una falsa strada), partendo da quelli di calibro più piccolo e arrivando a quello che incontra resistenza al passaggio; fermandosi a questo, si potrà far tornare il paziente dopo due settimane introducendo uno o due cateteri di calibro maggiore per seduta; non si dovrà procedere comunque ad una dilatazione con cateteri di calibro superiore a 24 Ch. Quando questi passano regolarmente si potrà allungare progressivamente l’intervallo tra le singole sedute ritenendo buono il risultato di una seduta ogni 6 o 12 mesi.
Nelle stenosi serrate si può ricorrere anche all’introduzione di un filo-guida attraverso il lume uretrale e far scorrere su questo, ricorrendo alla tecnica di Seldinger, dei dilatatori progressivi (simili a quelli utilizzati nella creazione dell’accesso percutaneo al rene). Ulteriore possibilità è quella legata all’utilizzo di un catetere munito di un palloncino lungo almeno quanto l’uretra anteriore che viene gonfiato all’interno del lume, favorendo una dilatazione di tutta l’uretra con meccanismo che sfrutta, sul tratto stenotico, la forza centrifuga ed evita le lacerazioni mucose prodotte routinariamente dalle dilatazioni progressive.
Preparazione all’intervento:
indispensabile procedere con adeguata profilassi antibiotica.
Durata dell’intervento:
pochi minuti.
Tipo di anestesia:
locale.
Tipo e durata del ricovero:
trattamento routinariamente eseguibile ambulatorialmente.
Risultati:
solo eccezionalmente duraturi nel tempo; solitamente li si può mantenere iterando la manovra.
Vantaggi:
manovra relativamente poco invasiva.
Svantaggi:
non risolve quasi mai definitivamente il problema.
Complicanze:
le stesse del cateterismo uretrale (uretrorragia e creazione di “false strade”, per la possibile lesione della parete uretrale: l’immediato riconoscimento di ciò consente di procedere senza alcun danno ulteriore; si potrà essere conservativi, eseguendo eventualmente una compressione esterna sull’uretra per impedire il sanguinamento, e/o, se necessario, derivando le urine dalla vescica mediante una cistostomia “a minima”).
Attenzioni da porre alla dimissione:
terapia idropinica e verifica della qualità delle minzioni.